Regalati una buona vista

Qualche giorno fa mi scrive un’amica per raccontarmi che a pranzo con un cliente il discorso è scivolato sulla difficoltà di leggere il menu, scritto “sempre più piccolo”.
E questa persona aggiunge “ma non avrò questo problema per molto, ho deciso di operarmi!”.
La mia amica dice “spero tu non abbia ancora deciso, perché ho un consiglio da darti” e, con grande divertimento, i due scoprono che la decisione era già stata presa e coincideva con il consiglio, cioè di farsi operare da me. Non solo: la moglie del cliente è già stata una mia paziente e si dice molto soddisfatta, anche per l’attenzione pre e post operatoria; anzi, pare che all’inizio lei fosse un po’ infastidita perché si aspettava di essere operata subito e non capiva perché fossero necessarie più visite per capire bene il da farsi.

Lo so, normalmente non ci si vanta dei risultati positivi ottenuti, ma siamo sotto Natale ed ho pensato che un po’ me lo merito, ma non solo: ho pensato che tu ti meriti questa operazione e che forse potresti metterla sotto l’albero, come regalo per te. E a proposito di regali, me ne è arrivato uno bellissimo, il racconto di una persona che ho operato di recente, la triatleta Valentina D’Angeli.

L’esperienza di una triatleta
Ogni tanto, quando mi sveglio la mattina, cerco ancora gli occhiali sul comodino e credetemi se vi dico che spero che questo piccolo gesto abitudinario mi abbandoni il più tardi possibile perché oltre a suscitare in me il più bello dei sorrisi, mi ricorda quanto con un pizzico di coraggio la vita possa davvero essere migliore.

Facciamo un passo indietro, al giorno in cui ho scelto di dare una svolta alla mia vita di triatleta professionista, ingegnere ma soprattutto di donna. In che modo? Sottoponendomi alla chirurgia refrattiva per correggere una miopia con astigmatismo elevati (oltre le 10 diottrie) che mi hanno accompagnato per ben 28 dei miei 36 anni e che, ahimé, mi hanno costretta a dipendere da lenti a contatto e occhiali con lenti come dei fondi di bottiglia.
Ci pensavo da tanti anni, ma la vera esigenza è arrivata all’improvviso nel corso della frazione di nuoto in acque libere di una delle gare più importanti del calendario nazionale di triathlon.
Mentre nuotavo non riuscivo a distinguere in lontananza le boe di segnalazione del percorso e ad individuare la giusta traiettoria da seguire. Un disagio ed un dispiacere indescrivibili, per aver compromesso la gara per cui mi allenavo da tempo. Mai più, mi sono detta.
Due settimane dopo ero già nello studio del Dottor Angelo Appiotti, il professionista a cui ho scelto di affidare la mia vista, perché sapevo di aver bisogno di un medico che ha operato gli sportivi più famosi di ogni disciplina e capace di comprendere le particolari esigenze e difficoltà di un’atleta e di una persona che divide le sue giornate tra computer, palestra e nuoto.

Non tutto è come ti aspetti
“C’è una notizia buona e una cattiva” furono le parole esatte del Dottor Appiotti durante la prima visita.
La notizia cattiva è che avevo una cataratta giovanile all’occhio sinistro, oramai giunto oltre le 16 diottrie di miopia e con visione alterata ed offuscata, mentre la buona notizia era che ero perfettamente idonea nell’occhio destro a farmi operare con il laser e che quindi ero perfettamente idonea nell’occhio destro a farmi operare con il laser e che quindi sarebbe stato possibile ottenere un’ottima correzione della miopia e dell’astigmatismo ad entrambi gli occhi anche se con due tecniche differenti.
In altre parole, avrei recuperato totalmente la vista correggendo i difetti refrattivi intervenendo con la tecnica laser SMILE extra nell’occhio destro e sostituendo il mio cristallino opacato con uno artificiale nell’occhio sinistro.

Ero pronta. Avrei terminato la stagione agonistica e avrei aspettato la pausa che precede l’inizio della preparazione a quella successiva per operarmi e prendermi cura dei miei occhi.

Lunedì 8 novembre:
il primo intervento nell’occhio destro con la tecnica laser SMILE extra, e dopo una mezz’ora sono entrata in sala operatoria per operare l’occhio sinistro.

Al termine delle due chirurgie non credevo possibile di poter riuscire già a leggere molte parole che apparivano sul monitor della sala d’aspetto.

Alla visita di controllo, il giorno dopo, è arrivata l’emozione più grande. Guardando fuori dalla finestra dello studio riuscivo a distinguere i dettagli e le sfumature degli alberi del parco di fronte come le targhe delle automobili.
Una sensazione meravigliosa di ritorno alla vita, inesprimibile a parole!

Oggi, a un mese dall’intervento, la mia situazione attuale è migliorata ulteriormente ma non è ancora perfettamente stabilizzata.
È stato un crescendo di novità e sensazioni. La cosa bella è che noto dei miglioramenti giorno dopo giorno.
La luce non mi da fastidio, ho saltuariamente qualche difficoltà al computer dovuta alla nuova accomodazione ma questo non m’impedisce di lavorare per molte ore senza pause.

Quante cose sono cambiate nella mia vita! La sera non ho più gli occhi stanchi e secchi. Quando esco in bici il vento che passa dagli occhiali da sole non è più così fastidioso, in discesa riesco a studiare con largo anticipo le curve e questo mi rende più sicura e più veloce. A nuoto, un po’ di acqua che entra dagli occhialini non è più un dramma!
Nella vita di tutti i giorni non strizzo più gli occhi per cercare di mettere a fuoco la vista.
La mia postura è cambiata: nello sport sono più centrata ed ho meno dolori muscolari nel lavoro. Non mi avvicino più allo schermo del computer incurvando le spalle, ma lo tengo alla dovuta distanza e la schiena ringrazia davvero.

Ogni tanto, quando mi sveglio la mattina, cerco ancora gli occhiali sul comodino. Poi ricordo, e sorrido.

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