Meglio gli occhiali o meglio la chirurgia?

Nella storia della chirurgia il caldo ed il sole hanno sempre rappresentato un fattore di rischio per una corretta guarigione delle ferite chirurgiche. Questo ha fatto si che, nell’immaginario collettivo, si sia creata un’associazione tra l’estate e l’impossibilità di sottoporsi ad un intervento. Tuttavia i rischi e le complicanze oggi si sono ridotte grazie a procedure e protocolli che permettono di ottenere ottimi risultati a prescindere dal fattore ambientale e questo vale per gran parte delle specialità chirurgiche tra cui la chirurgia refrattiva.
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Dalle lenti di ingrandimento alle lenti a contatto

In tedesco gli occhiali si dicono “Brille”, dal minerale berillo, usato già nel 1300 per tagliare pietre semipreziose e utilizzarle come lenti per occhiali. C’è chi dice che siano nati in Toscana, chi a Murano, origine forse più credibile, chi più genericamente in Veneto, ma ovviamente ci sono tracce di lenti levigate nella storia antica – ne parlava Cicerone – e in paesi lontani, in particolare lo studioso e astronomo arabo Ibn al-Heitam.
I primi occhiali assomigliano più a lenti d’ingrandimento che alle lenti montate per poter stare comode sul naso come oggi, ma svolgono comunque il loro compito: migliorare la vista, una delle prime forme di potenziamento esterno del corpo umano.
Dalle lenti d’ingrandimento arriviamo alle lenti a contatto, altro straordinario passo avanti verso un modo più a fuoco e poi, quasi all’improvviso – come tutti i grandi passi avanti della storia – la chirurgia che ci permette di farne a meno.

La chirurgia per la correzione dei difetti visivi

Io, da medico oculista, amo gli occhiali. Li amo come oggetti di design, progettati per abbellire il viso e per non infastidire. Amo le lenti, di vetro e a contatto, per l’evoluzione tecnologica che li rende sempre più personalizzabili, aggiungendo funzionalità per vedere sempre bene, anche al sole. Amo gli occhiali, ma potendo scegliere non ho dubbi: mi tengo quelli da sole, rinuncerei appena possibile a quelli da vista. Perché proprio per la bellezza dell’oggetto preferisco sceglierlo e non doverne dipendere.
E tu, vuoi davvero continuare a dipendere da un paio di lenti?

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