La chirurgia refrattiva in estate? Oggi puoi.
Nella storia della chirurgia il caldo ed il sole hanno sempre rappresentato un fattore di rischio per una corretta guarigione delle ferite chirurgiche. Questo ha fatto si che, nell’immaginario collettivo, si sia creata un’associazione tra l’estate e l’impossibilità di sottoporsi ad un intervento. Tuttavia i rischi e le complicanze oggi si sono ridotte grazie a procedure e protocolli che permettono di ottenere ottimi risultati a prescindere dal fattore ambientale e questo vale per gran parte delle specialità chirurgiche tra cui la chirurgia refrattiva.
Ma come possono il caldo e l’umidità nelle sale operatorie ed il sole influire sul risultato di un intervento di chirurgia refrattiva? Come si è ovviato a questo problema?
Si è sempre pensato che gli interventi di chirurgia refrattiva non potessero essere effettuati in estate in virtù del caldo e dell’esposizione al sole.
Questa storia dipende da diversi aspetti e risale a trent’anni fa quando esisteva solo la tecnica PRK ed i laser erano di prima generazione con ancora molti limiti e software perfettibili. Le ragioni potevano essere molteplici, ma soprattutto si basavano sul fatto che ogni chirurgia cutanea (estetica e plastica) non si effettuava nei periodi estivi per il rischio di cattiva cicatrizzazione (cheloidi) o macchie solari sulla pelle e quindi lo stesso pensarono sull’occhio.
In realtà le strutture anatomiche della cornea sono completamente differenti e quindi non esiste una relazione scientifica esatta che correli il sole ad una cattiva cicatrizzazione della cornea post PRK.
Successivamente molte complicanze della PRK (haze) furono associate al sole anche se evidenziate lontano dai mesi estivi.
A conferma di ciò nei paesi caldi, desertici, equatoriali, dove la temperatura media ed il calore solare sono superiori al resto del mondo, non si dovrebbe mai operare perché si avrebbero sempre complicanze ed invece non è così.
Tuttavia per “semplicità e comodità” si preferisce non sottoporre i pazienti ad intervento di PRK nei tre mesi canonici estivi anche se, ripeto, non vi siano rapporti scientifici che confermino il cattivo esito della cicatrizzazione e del risultato.
Alcuni studi condotti nel corso dell’ultimo ventennio hanno inoltre dimostrato che mentre la temperatura ambientale non avesse un’influenza diretta su interventi di tipo refrattivo un aumento dell’umidità e della temperatura presente in sala operatoria durante la procedura stessa poteva modificare l’esito della chirurgia. Eliminare questa variabile dall’equazione è stato piuttosto semplice perché tutte le sale operatorie a norma hanno un controllo costante dell’umidità e della temperatura dodici mesi all’anno.
Quindi a parità di condizioni è meglio farsi operare d’inverno o d’estate?
Anche la risposta a questa domanda ci è arriva da studi condotti negli ultimi anni. Nello specifico uno studio effettuato nel 2014 che ha analizzato 1052 pazienti miopi trattati con LASIK ha trovato che i pazienti operati durante i mesi estivi rispetto a coloro sottoposti ad intervento LASIK durante i mesi invernali presentano un migliore indice d’efficacia nell’intervento anche se con differenza minime da un punto di vista clinico.
Quindi se qualche complicanza poteva crearla la PRK come detto precedentemente, con la LASIK e la FemtoLASIK queste problematiche sono state sdoganate, ed ancora di più con l’avvento della tecnica SMILE che consente addirittura di andare subito in spiaggia od in acqua, di truccarsi e toccarsi gli occhi senza alcun pericolo infettivo o meccanico.
Perché dunque farsi operare nei mesi estivi?
Per riscoprire una qualità di vita e totale libertà eliminando l’uso degli occhiali o lenti a contatto.
I mesi estivi sono particolarmente difficili per coloro che già di base tollerano male l’uso delle lenti a contatto, perché stare all’aria aperta fa sì che vento, sabbia e luce portino a maggiore irritazione oculare. La soluzione in questi casi è tendenzialmente l’uso di occhiali da vista, che però risultano essere ingombranti e scomodi nell’esecuzioni delle attività ricreative e fastidiosi da portare ad esempio in spiaggia perché ci limitano nel vivere a pieno il mare e le sue attrazioni.
A testimonianza di ciò esistono migliaia di casi di sportivi professionisti operati nel mondo solo d’estate tra giugno e luglio (periodo di interruzione lavorativa) passare dal post operatorio senza complicanze, alle vacanze, alla preparazione atletica in agosto, tutto nel pieno dell’estate senza alcun problema e prontissimi a riprendere le gare od il campionato da settembre.
Detto ciò, qualora decideste di sottoporvi ad un intervento refrattivo nei mesi estivi il mio consiglio è di pianificare attentamente il periodo più adatto in base alle proprie necessità. Per quanto il recupero post-intervento sia molto corto è sempre meglio dare ai propri occhi un periodo di riposo minimo (dipendente dalla tecnica ) prima di sottoporli a situazioni stressanti.
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