
Nella mia carriera professionale ho avuto la fortuna di annoverare tra i miei pazienti atleti professionisti e sportivi amatoriali che hanno optato per la chirurgia refrattiva per correggere il loro difetto visivo con lo scopo di migliorare la loro performance sportiva.
Per chi pratica sport, avere una buona visione è infatti fondamentale per poter sfruttare appieno tutte le potenzialità fisiche ed atletiche. Per molti sportivi con difetti visivi l’uso delle lenti a contatto, preferito per motivi di praticità agli occhiali, presenta comunque dei limiti: particolari condizioni ambientali di gioco, un loro uso eccessivo ed il rischio infettivo correlato, provocano fenomeni di intolleranza alle lenti. Il difetto visivo inoltre non viene quasi mai corretto perfettamente dall’uso di lenti a contatto.
Una visione non perfetta comporta lo sviluppo di modelli di comportamento che rispondono agli stimoli in modo standardizzato, secondo il principio del miglior risultato con il minimo sforzo, con la conseguenza di sviluppare atteggiamenti posturali apparentemente scorretti, ma in realtà finalizzati a compensare deficit del sistema visivo.
Ad esempio, se uno dei muscoli che guida il movimento degli occhi non funziona bene, diventa più difficile mantenere la visione in entrambi gli occhi; questo deficit viene compensato da una rotazione del capo che ha ripercussioni negative sull’assetto della schiena oppure delle ginocchia. Lo stesso tipo di problema lo si ritrova nei pazienti astigmatici che, se non corretti perfettamente come spesso avviene con lenti a contatto, tendono ad inclinare il capo per trovare una messa a fuoco migliore.
Per un soggetto che pratica sport a livello agonistico questi atteggiamenti posturali scorretti penalizzano le performance sportive e per questa ragione molti sportivi scelgono l’intervento di chirurgia refrattiva.
Nel corso della mia trentennale carriera ho condotto studi su un campione di atleti sottoposti ad intervento di chirurgia refrattiva per valutare l’impatto sulla performance comparando i risultati prima e dopo l’intervento con la pedana stabilometrica DELOS: una strumentazione computerizzata formata da una tavola basculante elettronica che consente di creare continue situazioni di stabilità in modo controllato ad ogni inclinazione.
Questo sistema è collegato ad un monitor che fornisce in tempo reale il feedback visivo aumentando notevolmente il numero delle situazioni biomeccaniche che il soggetto deve gestire. In modo particolare aumenta il flusso dei segnali propriocettivi ad alta frequenza in grado di riprogrammare il sistema di controllo posturale e del movimento. Tutto ciò ottimizza la forza dei muscoli stabilizzatori e direzionali da cui dipende la precisione e l’efficacia del gesto tecnico; protegge dall’eventualità del sovrallenamento; previene dai traumi e dagli infortuni stabilizzando le articolazioni degli arti inferiori, della spalla e del rachide minimizzando quei movimenti superflui che alterano la stabilità posturale.
La maggiore stabilità nella postura si registrava dopo la perfetta correzione visiva e questo si trasformava nella pratica agonistica in migliori performance atletiche e minori infortuni muscolari da cattiva postura da fermo ed in movimento.
Lo studio ed i risultati raggiunti mi hanno permesso di mettere a punto un protocollo su misura dell’atleta composto di due fasi: nella prima fase personalizzo la tecnica dell’ intervento grazie all’ausilio della piattaforma integrata PSP (Personal Sportsman Profile) da me ideata che consente di ottenere un risultato visivo sempre superiore a 10/10 ed una visione stabile e precisa ad ogni cambio di luce; nella seconda fase associo un Training neuro-visivo (Visual Training) studiato ad hoc per ogni sportivo, con l’ausilio di tecnici professionisti, che ha come obiettivo di migliorare la coordinazione oculo-manuale e podalica riducendo i tempi di reazione visuo-motoria, migliorando il tempo di attivazione muscolare e consentendo di ottenere un gesto atletico di maggiore qualità.